Employer branding: significato e quali strumenti usare per migliorarlo

Una corretta strategia di employer branding HR è fondamentale se volete far crescere la vostra azienda. Si tratta di una componente fondamentale per poter prosperare nel mezzo della concorrenza. Esattamente, però, quali sono le strategie di employer branding migliori da adottare?

In questo articolo vogliamo analizzare la definizione così come analizzare quali attività di employer branding siano le migliori, facendo degli esempi, e quali strumenti software la divisione employer branding HR debba utilizzare in azienda.

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Employer branding: cos’è

Il primo passo è capire il significato di employer branding. La traduzione di employer branding in italiano è “marchio del datore di lavoro”, ma il termine employer branding in Italia viene utilizzato in inglese.

La definizione di employer branding, invece, è l’immagine che i dipendenti della tua azienda hanno di te, il datore di lavoro. Non tanto nella persona a capo dell’intero luogo di lavoro, ma l’immagine nella compagnia nella sua totalità. Inoltre, il concetto non si applica unicamente al personale di lavoro già assunto, ma anche ai potenziali futuri candidati e lavoratori.

Ciò che di base determina l’employer branding sono i valori che i dipendenti e i candidati percepiscono come principali del marchio aziendale. Spesso si parla di reputazione di un brand e di brand identity rivolti verso i clienti e i consumatori (magari con l’aiuto di un brand ambassador): il concetto è simile, ma in questo caso è rivolto verso l’interno, pur avendo lo stesso livello di importanza (se non di più).

Come vedremo dopo, un processo di employer branding ha uno scopo preciso: portare netti vantaggi alla azienda, guidando verso una direzione positiva la sua crescita e garantendo stabilità, valore e sostenibilità. Approcciare l’employer branding significa assolutamente lavorare su un processo pratico che dia visibili risultati ai vostri stakeholder, sia in ambito B2B che B2C.

Come nasce la parola employer branding

La storia della parola risale negli anni ‘80. In quel periodo un ospedale, la cui divisione human resources che aveva necessità di talenti da assumere ma aveva un numero di potenziali candidati ridotto, ha condotto una ricerca e ha concluso che migliore è la reputazione di un luogo di lavoro e più facilmente i dipendenti vengono fidelizzati. Il concetto alla base di queste ricerche prese piede e venne applicato in tutto il mondo, anche con lo scopo di migliorare la produttività dei talenti di valore.

Due tipi di employer branding

Prima però bisogna comprendere che ci sono due tipologie legate all’employer branding: quello diretto e quello indiretto. Qual è la differenza? È presto detto.

L’employer branding diretto comporta una ricerca di mercato, la definizione di una strategia e poi l’attuazione di tale strategia di employer branding che mira a migliorare la reputazione e il valore della azienda. Ovvero, l’employer branding diretto è sotto il vostro controllo.

L’employer branding indiretto è l’opposto: è la conseguenza di eventi su cui non avete potere, sebbene spesso sia una lontana conseguenza di vostre scelte. Ad esempio, un dipendente licenziato parlerà male del datore di lavoro e, anche se non lo meritate, l’employer branding delle vostre aziende subirà un danno.

È bene quindi capire che una parte della vostra brand reputation non può essere controllata alla perfezione tramite comunicazione e formazione. Questo però significa che dovete mettere ancora più impegno nella parte diretta di questo procedimento, applicando diligentemente tecniche e vari tipi di strategia per ottenere più benefici possibili.

Attività di employer branding

Quando lavorate al miglioramento della vostra strategia di employer branding e delle vostre aziende, dovete avere ben chiaro quali tipi di processi e tattiche volete applicare. Vediamo quindi una serie di suggerimenti (tipps) che possono esservi utili per la vostra strategia di sviluppo.

Definisci obiettivi

Prima di tutto, come in qualsiasi strategia aziendale, è necessario definire gli obiettivi. Cos’è che volete veramente quando avete deciso di migliorare l’employer branding?

Ad esempio potreste voler attirare nuovi talenti, oppure al contrario assicurarvi che i talenti già presenti in azienda rimangano da voi e non si trasferiscano dalla concorrenza. Oppure potreste voler migliorare il clima di lavoro per avere dipendenti più soddisfatti e quindi più produttivi, con la conseguenza finale che i vostri clienti saranno a loro volta più soddisfatti e, parlando bene di voi, miglioreranno la vostra brand reputation.

Comunica con i candidati

Il primo passo per definire e migliorare l’employer branding è renderlo chiaro ai candidati già in fase di ricerca di dipendenti (recruiting). Nelle vostre proposte di lavoro è importante quindi indicare cosa la vostra impresa è in grado di offrire, non solo cosa cerca da un candidato, per fare una buona prima impressione con i candidati.

Consigliamo quindi di evitare di usare i classici moduli “Lavora con noi” con frasi fatte per cercare nuovi dipendenti di talento, perché non riuscirete a raccontare ai candidati i valori del vostro brand. L’employer branding HR e più in generale le risorse umane devono puntare sempre a definire la brand identity in ogni spazio nei quali i candidati potrebbero trovarsi, per mostrare i vostri valori e la vostra qualità al mercato.

Comprendi i potenziali futuri dipendenti

La fase di recruiting dei talenti è uno spazio importante per definire la vostra strategia di employer branding. L’employer branding è fondamentale, ma ricordate che sì, voi state valutando i candidati (ovvero i potenziali dipendenti), ma anche loro stanno valutando voi.

Se il vostro obiettivo è trovare le migliori persone sul mercato per il vostro posto di lavoro, dovete partire dal presupposto che tali talenti comprendano il proprio valore e che abbiano tante possibilità per ottenere un lavoro.

Individueranno quindi tra le varie opzioni quelle migliori, analizzando sì elementi come lo stipendio e le mansioni, ma notando anche i valori che avete trasmesso al primo colloquio. Spesso inoltre la vostra reputazione vi precede: un buon employer branding con i dipendenti già in azienda dà visibilità ai vantaggi e ai valori della azienda, aiutando in fase di talent acquisition.

Scegli i candidati nel modo corretto

Ovviamente la vostra azienda non deve solo farsi scegliere, ma deve anche scegliere (employment branding) i talenti. Se avete a disposizione vari talenti tra i candidati, scegliete anche persone diverse, ovvero con background culturali e formativi differenti, così che possano portare qualcosa di unico in azienda e dimostrare che siete aperti a tutti. Anche scegliere persone di diverse generazioni può aiutare a introdurre nuovi punti di vista.

Infine, ricordate sempre che è fondamentale poter tracciare i risultati delle della vostra strategia di employer branding. Ragionate sempre in termini di dati, definendo una serie di risorse che dovete misurare man mano che procedete al miglioramento dell’employer branding. Se vi servono degli esempi, l’employer branding manager può calcolare il numero di persone che rifiutano una posizione in azienda, oppure quanti dipendenti decidono di lasciare il posto di lavoro.

Esempi di strategia di employer branding HR

Andando però più in profondità, quali sono esattamente le employer branding strategy che è bene adottare per costruire una immagine migliore del business? La divisione delle risorse umane, col supporto della dirigenza e del reparto marketing, può sfruttare una serie di procedure per migliorare l’employer branding a lavoro.

Comprendi il sentimento interno all’azienda

Il primo passo della strategia che voi, in qualità di datore di lavoro, dovete compiere è capire effettivamente il punto di vista dei dipendenti, ovvero capire il livello di reputazione interno delle vostre imprese. Potete ovviamente comunicare con ogni singola persona sul luogo di lavoro, ma non è la soluzione che dona più vantaggi, sia perché richiede molto tempo, sia perché senza l’anonimato molti potrebbero non riuscire a dire al datore di lavoro tutto quello che pensano del brand.

In questo caso è meglio creare un questionario da compilare sul luogo di lavoro, che aiuta anche nella raccolta dei dati grazie al fatto che le domande sono esattamente le stesse per tutti. In questo modo potrete capire qual è veramente la reputazione del brand da punto di vista dei lavoratori.

Analizza i pensieri esterni all’azienda

Lo stesso può essere fatto con i clienti, con questionari cartacei o, meglio ancora, online. Nel caso dei clienti, consigliamo di rendere tutto molto semplice e veloce, visto che a differenza dei vostri collaboratori non sono costretti a darvi una valutazione della vostra reputazione e dei vostri valori.

Inoltre, fare ricerche sul web è utile per capire cosa pensano gli ex-dipendenti, che potrebbero aver lasciato recensioni sulla vostra impresa sui social media e vi potrebbero aiutare a definire una employer branding strategy più efficace per attirare nuovi collaboratori e talenti.

I social media, in linea di massima, sono un buon spazio per approcciare potenziali talenti e iniziare una comunicazione più personale con i candidati, il tutto insieme a campagne di marketing e recruiting a più ampio respiro che mettano in mostra sotto gli occhi di tutti i benefici del diventare parte dei lavoratori del brand.

Fornire formazione

Per fare in modo che i dipendenti si sentano supportati a lavoro, è necessario assicurarsi che abbiano accesso a una serie di strumenti che permettano loro di apprendere nuove capacità e migliorare i propri risultati. Percepire la propria crescita all’interno del luogo di lavoro è fondamentale per sentirsi soddisfatti. Se il datore di lavoro supporta i lavoratori con varie risorse, otterrà vantaggi visibili.

Creare percorsi professionali

Un percorso di formazione è uno strumento utile per dare il via a un più ampio processo di crescita professionale. Le aziende che fanno crescere i propri dipendenti e creano internamente i propri talenti spendono meno in fase di recruiting e possono contare su dipendenti più fedeli, che migliorano così l’employer branding.

Creare uno spazio per i feedback

Con il supporto di piattaforme dedicate e questionari, è buona cosa dare spazio ai dipendenti per condividere feedback. Dovete vedere le opinioni dei lavoratori come uno strumento di ricerca che vi permette di comprendere in quali parti dell’azienda vi è ancora del lavoro da fare per migliorare i risultati.

Infine, ricordate che definire una strategia di employer branding per le vostre aziende finalizzata a migliorare la vostra reputazione in qualità di datore di lavoro dovrebbe essere sempre finalizzata anche a un genuino miglioramento e sviluppo degli attributi positivi della organizzazione a beneficio dei collaboratori, lavoratori e potenziali talenti.

Gli strumenti per l’employer branding e il talent management

Ora sappiamo un processo di employer branding cos’è, ma se volete fare uso di tecniche e strategie migliori per l’employer branding e talent management, vi servono degli strumenti software adeguati. In altre parole avete bisogno di tool in grado di produrre questionari, quiz, corsi e poi di distribuirli ai vostri dipendenti in azienda.

Vi servono in pratica strumenti come iSpring Suite e iSpring Learn. Vediamo cosa sono e cosa offrono.

iSpring Learn: una piattaforma pensata per il datore di lavoro

Per poter gestire i dipendenti, l’onboarding, l’employer branding e ottenere utili report, il datore di lavoro ha bisogno di una piattaforma LMS come iSpring Learn.

Disponibile in versione di prova gratuita da 30 giorni, iSpring Learn è la spazio perfetto per gestire i corsi di formazione, così come fornire risorse di onboarding ai nuovi dipendenti e creare un catalogo di file e contenuti utili per il lavoro quotidiano e di facile accesso, come è ben visibile nella demo dal vivo.

iSpring Learn fornisce tutti gli strumenti per creare percorsi di formazione specializzati per singoli dipendenti oppure per intere divisioni, fornendo report dei risultati, del livello di partecipazione e non solo. Potete anche gestire valutazioni a 360 gradi, tramite le quali definire in modo chiaro le capacità dei lavoratori e comprendere su quali potenziali talenti lavorare.

Non manca la possibilità di generare questionari di soddisfazione, per comprendere se i clienti e i collaboratori sono soddisfatti di quanto offrite, così da capire rapidamente in quali spazi migliorare i servizi della vostra impresa.

Dà anche uno spazio in stile social media all’interno del quale i dipendenti possono dare il proprio feedback. C’è modo anche di collegarsi direttamente ai formatori, così da avere un canale di comunicazione diretto e comodo.

Non ignoriamo poi le funzionalità di gamification, come assegnazione di punteggi, badge, certificati e la creazione automatica di classifiche in base al rendimento. Questi strumenti aiutano a definire una strategia formazioni che spinge i dipendenti a inserirsi in una sana competizione (nel migliorare le proprie competenze) e quindi aumentare la produttività.

iSpring Suite: un software per creare tutte le risorse interne

Prima di distribuire i contenuti per i vostri dipendenti e neoassunti nelle vostre imprese è necessario creare tali contenti. Vi serve in altre parole un software autoriale come iSpring Suite Max.

Disponibile in prova gratuita da 14 giorni, iSpring Suite Max è uno strumento che si integra in modo perfetto con PowerPoint. Questo significa anche che la sua interfaccia riprende quella del software di Microsoft, così che sin dal primo avvio vi sia tutto famigliare, anche se vi sono tante nuove opzioni innovative che non avete mai utilizzato. La facilità di utilizzo e l’efficienza sono due caratteristiche di iSpring Suite Max, che potete vedere tramite la demo dal vivo.

Cosa permette di fare nel dettaglio? Prima di tutto, iSpring Suite Max rende molto semplice creare corsi di diapositive online, con tanti strumenti utili. Oltre a un catalogo di modelli predefiniti, di immagini e contenuti visivi già pronti per creare una slide a tema lavorativo (con persone, ambienti, oggetti, icone…), avete accesso a funzioni con iSpring IA che aiuta a scrivere e modificare testi, ottenere idee per i corsi e scrivere domande per i quiz.

Permette poi di fare editing di video, registrando, facendo tagli, inserendo transizioni, musica ed elementi grafici direttamente dentro il programma, senza dover così cercare altri software. Permette anche di creare contenuti interattivi, per simulare compiti pratici all’interno di una slide: potete ad esempio simulare uno spazio lavorativo – come la schermata di un software o i comandi di un macchinario – e creare degli elementi che possono essere spostati e cliccati, così da far provare al nuovo lavoratore i compiti che dovrà completare, senza rischiare che l’inesperienza causi danni. Fare prove manuali simulate è sempre più efficace rispetto a vedere immagini o video non interattivi, perché la mente assimila meglio i contenuti.

Non dimentichiamo poi i sistemi di valutazione, con 14 diversi tipi di domande (Vero o Falso, Risposta multipla, Scala Likert e non solo). È inclusa anche la possibilità di creare simulazioni di dialogo, con ramificazioni, diverse conclusioni e sistemi di punteggio, molto utile per simulare il rapporto con i clienti e insegnare ai dipendenti delle vostre aziende quale strategia di comunicazione utilizzare per calmare una persona oppure quali tecniche usare per convincere ad acquistare il vostro prodotto.

Potete anche fare la sintesi vocale in 52 lingue con più tipi di voci e tante impostazioni per personalizzare la lettura, per venire incontro a chi ha problemi con la lettura o per aggiungere un commentario a un video o a delle immagini senza dover registrare la propria voce.

Ovviamente potete creare utili sondaggi per migliorare la strategia di employer branding, con la possibilità di convertire poi le diapositive PowerPoint in uno SCORM, xAPI, cmi5, AICC o in altri formati utili per il vostro LMS, compresi video ed ebook. Tutti i contenuti funzionano su computer, tablet e smartphone in modo automatico, adattandosi allo schermo.

L’importanza dell’employer branding

Fino ad ora abbiamo visto come applicare una strategia di employer branding, ma forse non è ancora del tutto chiaro perché sia effettivamente importante portarla avanti all’interno di una fase di L&D (Learning & Development). Ci sono una serie di vantaggi nel promuovere un processo di employer branding e guidare la crescita della attività tramite strumenti autoriali e piattaforme LMS.

L’employer branding cosa fa? Migliorare l’immagine che la tua azienda proietta aiuta a renderla più appetibile per i nuovi talenti di cui potresti aver bisogno. Le vostre aziende spiccheranno nel mezzo delle compagnie simili rivali e le persone di maggior talento decideranno che il vostro posto di lavoro è quello adatto a loro.

A questo si aggiunge il fatto che chi è già all’interno della tua azienda è più consapevole dei punti di forza e dei vantaggi nel fare parte di tale azienda e quindi è più felice di lavorare per voi, con ovvie conseguenze nel grado di produttività. Sfruttando l’employer branding i dipendenti sono più coinvolti e si ottiene un minor numero di dimissioni e di conseguenza minor necessità di cercare nuovo personale.

Questa strategia si traduce in costi di reclutamento più bassi. Dover cercare dipendenti è un investimento di tempo e di denaro, inoltre per un certo periodo in azienda uno dei ruoli non viene coperto correttamente e questo porta a disservizi e maggior stress per chi è rimasto e deve lavorare più del normale, con il rischio che decida di cambiare lavoro se la situazione prosegue per troppo tempo.

Pensieri finali

In questo articolo abbiamo visto nel dettaglio in che modo è bene approcciarsi all’employer branding e quali sono gli strumenti per employer branding da utilizzare. Prima di tutto dovete creare i contenuti utili, come questionari e risorse, usando iSpring Suite, che è accessibile in versione di prova da 14 giorni e visibile sotto forma di demo. Infine, avete la necessità di distribuire e tracciare i dati con iSpring Learn, che potete analizzare con la prova da 30 giorni oppure tramite una demo dal vivo. Con questi software, le conoscenze che avete appreso e il desiderio di far crescere il vostro business plan, non avrete difficoltà a mettere in atto strategie di employer branding HR efficaci.

FAQ

Cosa si intende con employer branding?

Il termine employer branding fa riferimento all’immagine della azienda agli occhi di dipendenti, presenti e futuri (ovvero i candidati). Un buon employer branding determina quanto facilmente sarà possibile fidelizzare i talenti in azienda e trovare nuovi dipendenti di qualità per la propria organizzazione.

Quali sono i due processi HR maggiormente coinvolti nell’employer branding?

I processi coinvolti internamente alla azienda per la maggior parte della strategia di employer branding sono talent acquisition – magari con il supporto del lato marketing – per cercare nuovi dipendenti (recruiting) ed employee engagement per migliorare il senso di appartenenza dei dipendenti già parte delle vostre aziende.

Quali sono le attività di branding?

Occuparsi del branding di una azienda richiede l’esecuzione di varie attività, come ad esempio definire obiettivi, fare recruiting in modo ragionato per presentare i valori dell’azienda, analizzare il sentimento dei dipendenti e fornire supporto e spazi per la comunicazione e i feedback, anche anonimi con questionari.

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